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Fotografare il cielo stellato 2025

Secondo appuntamento per la sezione astrofotografia dedicata alle fotografie di oggetti astrali, da quelli del Sistema Solare a quelli del cosiddetto profondo cielo.

di Francesco Romeo

* Strada con cipresso e stella, Vincent Van Gogh

Professore associato in Fisica della materia presso l’Università degli Studi di Salerno. E’ appassionato di astronomia e pittura.

L’ASTRONOMIA AMATORIALE E LA RISCOPERTA DEL COSMO

L’astronomia amatoriale sta vivendo una nuova stagione di rinascita grazie alla diffusione di strumenti sempre più accessibili e tecnologicamente avanzati, come i moderni telescopi smart. Questi dispositivi, automatizzati e facili da usare anche per chi è privo di esperienza tecnica, rendono possibile a un pubblico sempre più ampio l’esplorazione diretta del cielo notturno, restituendo immagini dettagliate di galassie, nebulose, ammassi stellari e della superficie lunare e solare.

La possibilità di osservare con i propri occhi — o attraverso l’oculare digitale — le complesse strutture che abitano l’universo rappresenta un’esperienza di consapevolezza scientifica ed esistenziale. Le grandi spirali galattiche a milioni di anni luce, le macchie solari che testimoniano l’attività della nostra stella, o l’ordinata distribuzione degli ammassi globulari nella Via Lattea ci parlano non solo della vastità dell’universo, ma anche della scala minuscola e insieme nobile della nostra esistenza al suo interno. Queste esperienze rendono tangibili concetti come la distanza cosmica, l’evoluzione stellare, la gravità, restituendo alla scienza il suo ruolo di strumento di comprensione del reale.

In questo senso, l’osservazione astronomica rappresenta anche un antidoto contro le derive antiscientifiche oggi riemergenti, come il terrapiattismo o la negazione di evidenze consolidate. La visione diretta del cosmo, guidata dalla curiosità e mediata da strumenti affidabili, promuove un approccio critico, razionale e al tempo stesso profondamente umano al sapere.

Ma oltre al valore conoscitivo, vi è un valore estetico ed emotivo che non può essere trascurato. Chi ha la fortuna di scrutare il cielo stellato da un luogo buio, nel silenzio della campagna, sa che la bellezza delle strutture cosmiche — ordinate, complesse, armoniose — suscita un senso di pace interiore. L’ammirazione per l’universo, così lontano e così reale, ci riconnette al tempo profondo della natura e ci restituisce, almeno per un momento, una misura diversa del nostro essere nel mondo.

Le immagini sono ottenute con smart telescope Seestar s50, un rifrattore da 50 mm di diametro su montatura altazimutale computerizzata. Lo strumento include un filtro nebulare che riduce l’effetto dell’inquinamento luminoso e risulta utile nella fotografia delle nubulose ad emissione. La magnitudine limite raggiungibile dallo strumento è di circa 16.2.

Per ogni immagine il tempo di integrazione in minuti è riportato in basso. La tecnica di ripresa, completamente automatica, consiste nell’effettuare riprese multiple di 10” ciascuna. Le immagini digitali così ottenute sono sommate automaticamente per ottenere l’immagine finale. Tale procedura, nota come stacking, consente di collezionare i fotoni provenienti dalla sorgente e di ridurre progressivamente il rumore che degrada i singoli fotogrammi.

La zona di ripresa è Sapri centro (40°N, 15°E), una zona con moderato inquinamento luminoso.

NGC 2244 (Ammasso aperto nella Nebulosa Rosetta) – NGC 2244 è un giovane ammasso aperto immerso nel cuore della Nebulosa Rosetta, nella costellazione dell’Unicorno, a circa 5.200 anni luce dalla Terra. Le stelle massicce dell’ammasso, nate dalla stessa nube molecolare, emettono intense radiazioni ultraviolette che ionizzano il gas circostante, scolpendo le forme della nebulosa e alimentandone la luminosità. L’immagine rivela la coesistenza di strutture dense e scavate da venti stellari, in un esempio spettacolare di formazione stellare in atto.

IC 443 (Nebulosa Medusa) – IC 443 è un resto di supernova situato nella costellazione dei Gemelli, a circa 5.000 anni luce dalla Terra. Si tratta di una nube in espansione di gas ionizzato prodotta dall’esplosione di una stella massiccia avvenuta circa 30.000 anni fa. La sua struttura filamentosa e complessa, visibile in emissione Hα e in banda stretta, ricorda la forma di una medusa cosmica. IC 443 è un oggetto di grande interesse scientifico perché interagisce con nubi molecolari circostanti, generando fenomeni di shock e di formazione stellare secondaria.

Galassia M81 (Bode’s Galaxy) – Situata nella costellazione dell’Orsa Maggiore a circa 12 milioni di anni luce dalla Terra, M81 è una delle galassie a spirale più luminose visibili dal nostro emisfero. Con un diametro di circa 90.000 anni luce, ospita un nucleo brillante dominato da un buco nero supermassiccio. È parte del gruppo di M81, un insieme di galassie in interazione gravitazionale che include anche la famosa M82. L’elevata luminosità e la struttura ben definita la rendono una delle mete preferite per l’osservazione astronomica, anche con strumenti amatoriali.

M51 (Galassia Vortice) – M51, nota come Galassia Vortice, è una spettacolare galassia a spirale situata nella costellazione dei Cani da Caccia, a circa 23 milioni di anni luce dalla Terra. È uno degli esempi più iconici di spirale “grand design”, con bracci ben definiti e ricchi di regioni di formazione stellare. M51 è in interazione gravitazionale con la sua compagna, NGC 5195, una galassia più piccola che distorce la struttura della spirale e ne alimenta l’attività stellare. Questa coppia galattica è visibile anche con strumenti amatoriali ed è ampiamente studiata come laboratorio naturale di dinamica galattica e interazioni mareali.

Profilo di luminosità della galassia M81 – Il grafico centrale mostra il profilo di luminosità lungo una sezione del piano galattico, ottenuto a partire dall’immagine filtrata in banda verde. L’asse orizzontale rappresenta la distanza in pixel dal centro galattico, mentre l’asse verticale riporta l’intensità normalizzata della luce. Il profilo presenta un picco centrale associato al nucleo brillante della galassia e decresce in modo esponenziale verso le regioni esterne del bulge e del disco. La curva di fit sovrapposta (in rosso) segue la forma funzionale esponenziale, indicativa di una distribuzione di luce dominata da componenti stellari distribuite con simmetria assiale e da un bulge centrale compatto. Questo comportamento è tipico delle galassie a spirale con nucleo prominente.

Profilo di luminosità dell’ammasso globulare M2 – Il grafico centrale mostra il profilo di luminosità di M2 estratto lungo il diametro dell’ammasso, basato sull’immagine filtrata in banda verde. L’andamento dell’intensità (asse verticale, normalizzato) in funzione della distanza dal centro (asse orizzontale, in pixel) evidenzia una concentrazione stellare molto marcata nel nucleo, seguita da un calo rapido verso le regioni esterne. Il fit sovrapposto (in rosso) segue una legge di tipo King. Questo tipo di profilo riflette l’equilibrio tra la gravità e la pressione delle stelle in sistemi sfericamente simmetrici come gli ammassi globulari, in cui la densità stellare si mantiene elevata nel nucleo per poi sfumare progressivamente nell’alone.

Galassia M101 (Galassia Girandola) – M101 è una grande galassia a spirale situata nella costellazione dell’Orsa Maggiore, a circa 21 milioni di anni luce dalla Terra. Ha un diametro di oltre 170.000 anni luce, superiore a quello della Via Lattea, ed è nota per la sua struttura a spirale molto aperta e ricca di regioni H II, sedi di intensa formazione stellare. La sua inclinazione quasi frontale rispetto alla nostra linea di vista consente di osservarne i dettagli con grande chiarezza. M101 appartiene a un piccolo gruppo di galassie gravitazionalmente legate, e interazioni passate potrebbero aver contribuito alla sua asimmetria.

NGC 3628 (Galassia Hamburger) – NGC 3628 è una galassia a spirale vista di taglio, situata nella costellazione del Leone a circa 35 milioni di anni luce dalla Terra. È celebre per la banda scura di polveri che ne attraversa il rigonfiamento centrale, conferendole l’aspetto di un “hamburger cosmico”. Insieme a M65 e M66 forma il Tripletto del Leone, un gruppo di galassie in interazione gravitazionale. La sua struttura distorta e l’esteso flusso di marea visibile in immagini profonde testimoniano effetti di marea dovuti a queste interazioni.

M53 (Messier 53) – M53 è un ammasso globulare situato nella costellazione della Chioma di Berenice, a circa 58.000 anni luce dalla Terra. Contiene centinaia di migliaia di stelle concentrate in un volume relativamente compatto, estendendosi per circa 220 anni luce di diametro. È uno degli ammassi globulari più remoti del nostro alone galattico, e presenta una popolazione stellare molto antica, povera di metalli. La sua luminosità e compattezza lo rendono un oggetto accessibile anche con piccoli telescopi.

M13 (Grande Ammasso di Ercole) – M13 è uno degli ammassi globulari più luminosi e spettacolari del cielo boreale. Situato nella costellazione di Ercole, a circa 22.000 anni luce dalla Terra, ospita oltre 300.000 stelle concentrate in un diametro di circa 150 anni luce. Le sue stelle, tra le più antiche della nostra Galassia, formano una struttura densa e simmetrica facilmente osservabile anche con piccoli telescopi. M13 è visibile a occhio nudo in cieli bui ed è una delle mete preferite per l’osservazione estiva.

M92 (Messier 92) – M92 è un ammasso globulare brillante e compatto situato nella costellazione di Ercole, a circa 27.000 anni luce dalla Terra. Contiene centinaia di migliaia di stelle antichissime, risalenti a oltre 12 miliardi di anni fa, distribuite in una sfera di circa 100 anni luce di diametro. Pur essendo spesso oscurato dalla fama del vicino M13, M92 è uno degli ammassi globulari più vecchi e meglio conservati della Via Lattea. È visibile con binocoli e offre una struttura ricca di dettagli in strumenti di media apertura.

Fasi lunari a confronto – Due immagini della Luna riprese con il telescopio smart Seestar S50 mostrano l’evoluzione della fase lunare in un intervallo di sei giorni. A destra, il crescente del 1° giugno 2025 evidenzia con forte contrasto i rilievi lungo il terminatore, mentre a sinistra, la Luna quasi piena del 7 giugno rivela i mari lunari in tutta la loro estensione. L’illuminazione radente nei primi giorni di fase offre condizioni ottimali per osservare crateri e catene montuose in dettaglio.

Macchie solari sull’emisfero visibile del Sole – Ripresa il 2 giugno 2025 con il Seestar S50 in modalità solare, l’immagine mostra un dettaglio del disco solare con due gruppi di macchie ben sviluppate. Le macchie, regioni temporaneamente più fredde della fotosfera, sono associate a intensi campi magnetici. La loro presenza indica un’attività solare elevata, tipica delle fasi di massima del ciclo undecennale. L’osservazione in luce visibile consente di apprezzare il contrasto netto tra le macchie e la superficie solare.

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